Videogiochi: perchè essere attenti

Videogiochi: Perché Essere Attenti

Uno dei vizi dei nostri bambini

Ormai tutti quanti abbiamo nelle nostre bocche nomi del calibro di “Fortnite”, videogiochi estremamente popolari e apprezzati da ogni bambino sulla faccia della terra.
Si tratta di vere e proprie comunità online dove i bambini spendono ore e ore ogni settimana svagandosi in attività che li divertono e li tengono impegnati.

In Accademia Arti Marziali Massa sono davvero tanti i nostri allievi che scelgono di passare parte del proprio tempo libero giocando e, di per sé, non c’è assolutamente niente di male.
Ormai, nel ventunesimo secolo, dobbiamo confrontarci con il fatto che il modo di giocare e di passare il tempo è ben diverso rispetto al passato e non per forza questo è qualcosa di scorretto.

L’uso di videogiochi diventa infatti fortemente negativo nel momento in cui i nostri bambini iniziano a utilizzare troppo a lungo i vari device, portando a conseguenze anche gravi.

Ma quali sono queste conseguenze? Lo scopriamo nell’articolo di oggi! 

Cosa succede nella mente di un bambino quando gioca?

La prima cosa che cercheremo di fare oggi è capire cosa succede nella mente di un bambino nel momento in cui sta giocando a un videogioco.

Per capirlo dobbiamo prima definire cos’è il “sistema della ricompensa” del nostro cervello. 
Si tratta di una parte del nostro cervello che ci fa sentire emozioni molto piacevoli nel momento in cui compiamo alcune azioni spingendoci a compierle ancora e ancora.
Normalmente questa parte viene attivata da cose importanti per la nostra sopravvivenza, come l’acqua e il cibo.

La scienza ha potuto dimostrare che i videogiochi hanno una correlazione diretta con questo centro stimolando il sistema della ricompensa.

Ogni volta che un bambino gioca il suo cervello elaborerà questa azione come qualcosa di piacevole spingendolo così a giocare ancora di più.

Proprio questo meccanismo è lo stesso che porta allo sviluppo di dipendenze, che possono riguardare anche i videogiochi.

L’effetto che ne deriva è un progressivo aumento delle ore di gioco durante la settimana e un aumento della difficoltà nello spegnere i videogiochi quando è necessario.

Se sei un genitore e tuo figlio è abituato a giocare ai videogiochi statisticamente parlando sai cosa vuol dire litigare con lui perché smetta di giocare.

La difficoltà dei bambini, oltre un certo limite, diventa proprio il gestire il proprio tempo di fronte ai videogiochi nonché il ruolo che questi hanno nella vita dei bambini, e viene definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “Gaming Disorder”, ovvero dipendenza da videogiochi.

Ma siamo sicuri che questo sia davvero grave?

Detto in una parola sola sì, ma cerchiamo di capire perché è davvero così.

Per adesso abbiamo visto come, tutto sommato, sia possibile che un bambino possa diventare dipendente dai videogiochi. 
Per molti genitori l’unico effetto negativo potrebbe essere il dover costringere continuamente il bimbo per spegnere i videogiochi.

Esistono però degli effetti che possono fare davvero paura.

Come ogni sostanza che crea dipendenza ha un prezzo in termini di salute mentale e fisica, lo stesso possiamo dire dei videogiochi.

Quelli che sembrano essere i maggiori effetti di questa dipendenza sembrano essere legati principalmente all’aspetto emotivo ed empatico dei videogiocatori compulsivi.
Esistono studi che mostrano come sia più difficile entrare in empatia con altre persone se si è in situazione di dipendenza da videogiochi. 

Questo porta a fenomeni di aggressività, irrequietezza, scarsa capacità di comprendere gli effetti delle proprie azioni nonché desiderio d’isolamento sociale.

I videogiocatori compulsivi, nel lungo termine, tendono inoltre a sviluppare problemi come disturbo ossessivo compulsivo, disturbi del sonno, disturbi alimentari (legati alla sedentarietà e al cambio della propria dieta), diminuzione dei rapporti interpersonali fino ad arrivare alla cosiddetta “Sindrome da isolamento sociale”.

Quanto è comune questo problema?

Stando a uno studio dell’università del New Mexico negli stati uniti dal 6 al 15% dei videogiocatori presenta sintomi di dipendenza da gioco. Questo vuol dire che nella classe di tuo figlio almeno due bambini hanno questo problema

Allo stesso modo vediamo come per arrivare a una vera dipendenza dal gioco, dobbiamo arrivare a superare le tre ore di videogiochi al giorno.

In una misura molto limitata (meno di un’ora al giorno), i videogiochi risultano infatti avere varie finalità educative, che però vengono completamente ribaltate oltre le fatidiche tre ore. 

È quindi importante andare a impostare dei paletti che possono essere davvero importanti nel gestire le sessioni di videogiochi dei nostri bambini.

Le Regole per giocare in modo sano

I paletti che andiamo a mettere sono tre e sono tutti estremamente importanti.

1) MASSIMO  UN’ORA AL GIORNO
Come spiegato sopra, è questo il tempo che rende un gioco davvero educativo. Superato questo livello si rischia di entrare in un circolo vizioso che porterà al conseguente aumento delle ore di gioco.

2) OCCHIO ALL’INDICE PEGI
L’indice Pegi è una cosa a cui come genitore dovrai stare molto attento: l’indice dica infatti a quale fascia di età è rivolto un videogioco. Se un bambino di sei anni dovesse giocare a un gioco con un indice PEGI “maggiore di 18 anni” avrebbe sicuramente un’esperienza fortemente diseducativa.

3) I GIOCHI NON VANNO CONFUSI CON TUTTO IL RESTO
Spesso i bambini, quando si appassionano a un gioco, tendono a passare gran parte della giornata su di esso.
Se vedi che inizia a vedere numerosi video che parlano del suo gioco preferito o è l’argomento di conversazione che sceglie maggiormente, cerca di guidarlo verso attività più creative che possano saziare al sua curiosità.

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Proporre attività creative è uno dei modi migliori per distoglierei bambini dai videogiochi

I tre consigli che hai visto poco sopra sono estremamente importanti per rendere l’esperienza di gioco di tuo figlio sicura, piacevole ed educativa.
Ricordati che non è mai il negare i videogiochi che porterà tuo figlio a reagire meglio, ma piuttosto il guidarlo verso uno stile di gioco più adatto.

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